0:00

Lo sapevi che…

Un mistero che attende di essere svelato: segui gli indizi e risolvi gli enigmi tra le antiche mura del borgo di Marano.

Museo del territorio

All’interno del palazzo Cipolletti, in passato una delle sedi comunali dell’antico paese di Marano, oggi è allestito il museo del territorio che conserva, tra vari reperti delle diverse epoche storiche, anche oggetti appartenuti all’età picena. I piceni sono un popolo italico che dal IX al III secolo a. C. visse nel territorio compreso tra i fiumi Foglia e Aterno (Marche e nord Abruzzo). Secondo la tradizione il popolo piceno ebbe origine da una primavera sacra che fece emigrare giovani provenienti dall’alta Sabina che giunsero nel versante adriatico, accompagnati da un picchio; per questo motivo, in epoca contemporanea, nello stemma delle Marche fu scelto come simbolo questo animale. La diffusione della civiltà picena segna il passaggio, in quest’area, dall’Età del Bronzo a quella del Ferro, nonché il passaggio alla Storia, con l’introduzione della scrittura. I Piceni, una volta stabilitisi in questa zona decisero che Ascoli sarebbe stata la propria capitale ed eressero nel territorio dell’odierna Cupra un importante santuario: quello appunto della dea Cupra. Il culto di questa dea richiama molti significati, era una divinità femminile, assimilabile alle Grandi Madri delle arcaiche civiltà mediterranee. In seguito questo culto assunse un carattere talmente forte che fu poi conservato dalla civiltà romana, subentrata a quella picena dal III secolo a.C., che ne modificò il nome assimilandola, probabilmente a Venere o alla Bona Dea. Proprio nel territorio di Cupra Marittima esisteva il santuario di questa importante dea e proprio in quest’area furono rinvenuti degli anelloni, detti anche armille, posti solo all’interno di tombe femminili, all’altezza del ventre delle donne, probabilmente come simbolo di fecondità e abbondanza. Si tratta di oggetti rituali, mai utilizzati in vita dalle defunte, ma che avevano valenze simboliche dopo la morte. Forse queste sepolture non appartenevano a semplici donne ma a sacerdotesse della dea Cupra.

Torna in alto